By Luciano Berti, President of B.M. Sanitas and Board Member of the Miami Scientific Italian Community
In an age marked by systemic crises – climate change, geopolitical instability, social and economic disruption – intelligence can no longer be viewed as a neutral trait or a private asset. Those who hold knowledge, who drive research, technology, and economic power, can no longer afford to be indifferent. They must act. They must choose. They must lead.
Today, business leaders are more than just stewards of capital. They are key players in shaping the future – one that affects communities, the environment, and generations to come. Every investment, every innovation, every strategic decision has consequences that reach far beyond the bottom line. Profit alone is no longer enough. What’s needed is a long-term vision — one that integrates efficiency with equity and sustainability.
The same goes for those in science and innovation. Research is now a transformative force. It shapes humanity’s trajectory and defines what becomes possible – and what becomes normal. Neutrality is no longer an option. Every development carries weight: political, social, moral. Scientists and technologists must work with a clear awareness that their discoveries will shape lives, societies, and the planet itself.
Intelligence, then, must be redefined as responsibility. It’s the ability to see beyond the short term, to challenge inertia and conventional thinking. It’s the obligation to use advanced tools for the collective good. It’s the moral imperative to give back – to turn privilege, education, and opportunity into lasting public value.
In this moment of global transformation, being brilliant isn’t enough. We must be just. We need an ethic of intelligence – and it must show up in real-world action. We need entrepreneurs who put people and the planet at the center without compromising performance. We need scientists who see their work as an act of civic responsibility. We need leaders who talk less and do more.
Because the time for neutrality is over. Now more than ever, those with tools have a duty to use them for everyone. And those who are intelligent have a deeper obligation – to be wise.
Il Dovere degli Intelligenti: Guida Etica per Imprenditori e Innovatori del Futuro
In un tempo segnato da crisi sistemiche – climatiche, geopolitiche, sociali – l’intelligenza non può più essere considerata una dote neutra o un vantaggio privato. Chi detiene il sapere, chi ha accesso alla ricerca, alla tecnologia, alle leve economiche, non può più permettersi il lusso dell’indifferenza. Deve agire. Deve scegliere. Deve guidare.
Oggi, i capitani d’impresa non sono semplici custodi di bilanci: sono protagonisti di un cambiamento che tocca comunità, ambiente e futuro. Ogni investimento, ogni innovazione, ogni strategia industriale ha un impatto che va ben oltre il mercato. Il profitto, da solo, non basta più. Serve una visione di lungo periodo che sappia tenere insieme efficienza, equità e sostenibilità.
Lo stesso vale per chi opera nel mondo della ricerca e dell’innovazione. La scienza, oggi, è potere trasformativo. Orienta le traiettorie dell’umanità, definisce ciò che è possibile e ciò che sarà normale. La neutralità non è più un’opzione: ogni scelta di sviluppo è una scelta politica, sociale, morale. Chi lavora nella scienza deve farlo con la consapevolezza di contribuire a costruire il domani.
L’intelligenza, allora, va ripensata come impegno. È capacità di vedere oltre il breve termine, di sfidare inerzie e conformismi. È responsabilità di usare strumenti avanzati per scopi collettivi. È dovere di restituire alla società, in forma di progresso condiviso, ciò che si è ricevuto in termini di opportunità, formazione, privilegi.
In questa epoca di trasformazioni, non serve solo essere brillanti. Serve essere giusti. Serve un’etica dell’intelligenza che diventi prassi quotidiana. Che guidi l’imprenditore a creare valore duraturo e diffuso. Che ispiri lo scienziato a produrre conoscenza utile e accessibile. Che sproni i leader a smettere di parlare e iniziare ad agire.
Perché il tempo della neutralità è finito. Oggi, più che mai, chi ha strumenti ha il dovere di usarli per tutti. E chi è intelligente, ha il compito di essere anche saggio.
