Studio di Thomson Reuters su citazioni pubblicazioni scientifiche
Roma, 2 lug. (askanews) – Secondo uno studio recentemente pubblicato dalla presigiosa istituzione anglo-canadese Thomson Reuters, e rilanciato dal sito dell’Agenzia spaziale italiana, intitolato “The future is open – 2015 state of innovation”, l’Università “La Sapienza” di Roma si colloca al terzo posto a livello mondiale tra gli enti di ricerca nel campo aerospaziale e al primo in Europa.
La classifica è basata sull’indicatore Citation impact, un indice sintetico di proprietà di Thomson Reuters che misura il numero medio di citazioni ricevute in un particolare anno da articoli pubblicati in una rivista scientifica nei due anni precedenti.
Nel dettaglio, l’ateneo romano ha ottenuto un indice di 1,44, appena dietro le due Università del Michigan (1,78 e 1,77) e molto davanti al prestigioso MIT, fermo a 1,31. Già a ottobre dello scorso anno l’analisi di US News/Thomas Reuters aveva classificato “La Sapienza” – questa volta nel suo complesso – al primo posto tra le università italiane e 139esima tra gli atenei di tutto il mondo. La società aveva analizzato, per compilare questa particolare Top 200, le istituzioni di 50 paesi sulla base di 10 indicatori e la graduatoria finale è stata realizzata principalmente sulla base del rilievo delle pubblicazioni accademiche e della reputazione a livello locale e internazionale di cui gode ciascun ateneo.
Esattamente un anno fa, l’istituzione anglo-canadese, aveva già evidenziato la ricerca scientifica italiana in campo aerospaziale. A giugno 2014, per l’esattezza, con un elenco relativo alle menti scientifiche più brillanti che ha premiato ben 55 scienziati del nostro Paese di cui quattro nel campo dell’Astrofisica: Paolo Giommi, responsabile dell’Asi Science Data Center (ASDC) dell’Agenzia Spaziale Italiana, Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano dell’Inaf, Andrea Cimatti, Professore Ordinario dell’Università di Bologna e associato Inaf e infine Alvio Renzini dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’Inaf, adesso in pensione (l’unico presente nella classifica precedente, pubblicata nel 2001). I ricercatori selezionati erano stati i più citati nel periodo compreso fra il 2002 e il 2012 con il merito di aver influenzato la direzione dei loro rispettivi settori di studio.